A mo' di prologo...
 	  	  	
  Strano  tipo il  soldato  Mannucci,  fiorentino di  S. Frediano. 
A  Cremona non usciva  quasi  mai ; se  ne stava  tutto il  giorno 
in camerata a  fare il solitario di Napoleone o a leggere libri di 
avventure, di storia, di viaggi, di spiritismo ; tutto  quello che 
gli  capitava. E  si  è imbottita  la  testa delle  cognizioni più 
disparate  che  cita a  proposito ed a sproposito in un linguaggio 
fiorito, e, a suo modo, ricercato.
  I compagni lo chiamano, per celia, il "professore".


        « Dunque, cosa stiamo leggendo di bello, professore? »
        « Nulla, signor tenente; l'ultimo l'ho finito stanotte. 
Soffrivo d'insonnia e l'ancella non mi aveva sprimacciato bene 
le piume dell'origliere ».
        « Altro che insonia, sior tenente, el gà rusà tuta note 
ch' el pareva un contrabaso, ah! »
        « Da' retta cosino... levati di tre passi, con qui' mmuso 
di lucertola! » -
  I soldati, intorno, se la spassano.

Mario Muccini, " Ed ora, andiamo ! Il romanzo di uno 'scalcinato' " ,
1938 Tecnografica Editrice Tavecchi - Bergamo, p.17-18.
 	  	  	
« Venne la guerra ed io m'arruolai senza sapere il perché.
Per due anni rimasi senza comprendere, perché la vita del
fronte lasciava poco tempo per riflettere, e poi i soldati
erano troppo grossolani. Alla fine del 1917 fui fatto
prigioniero. Mi è stato detto in seguito che molti soldati,
in prigionia, hanno ritrovato la fede della loro infanzia.
Signore, - dice l'Autodidatta abbassando le palpebre sulle
sue pupille accese, - io non credo in Dio; la sua esistenza
è smentita dalla Scienza. Ma in campo di concentramento,
appresi a credere negli uomini. »

« Perché sopportavano coraggiosamente la loro sorte? »

« Sì, - dice lui con aria vaga,- anche per questo. Dall'altra
parte eravamo trattati bene. Ma volevo parlare di un'altra
cosa; negli ultimi mesi della guerra non ci davano più da
lavorare. Quando pioveva ci facevano entrare in una grande
rimessa fatta di tavole, ove restavamo stipati in circa 
duecento. Chiudevano la porta e ci lasciavano là, stretti 
gli uni contro gli altri, in una quasi completa oscurità.»

Esita un istante.

« Non saprei come spiegarle, signore. Li si vedeva appena,
tutti questi uomini, ma li si sentiva contro di sé, s'udiva 
il loro respiro... Una delle prime volte in cui ci rinchiusero
in questa rimessa la ressa era tale che al principio credevo
di soffocare, poi, d'un tratto, sorse in me una gioia potente,
quasi da venirne meno: sentii in quel momento d'amare quegli
uomini come fratelli, avrei voluto abbracciarli tutti quanti.
In seguito, ogni volta che tornai là dentro provai la 
medesima gioia. 
[...]
« Quella rimessa aveva ormai per me un carattere sacro.
Talvolta son riuscito ad eludere la sorveglianza dei nostri
guardiani e vi sono sgusciato da solo, e là, nella 
semioscurità, al ricordo dei momenti di gioia che vi avevo
conosciuto, cadevo in una sorta di estasi. Mi passavano le
ore senza che me ne accorgessi. M'è capitato di mettermi a
singhiozzare.
[...]
« Andavo a messa tutte le domeniche, signore, e non sono
mai stato un credente. [...] Celebrava un cappellano
francese mutilato d'un braccio. Avevamo un armonium. Noi
assistevamo in piedi, a capo scoperto, e mentre il suono
dell'armonium mi estasiava, mi sentivo tutt'uno con tutti
gli uomini che mi circondavano. »


Jean-Paul Sartre, " La nausea " ,
2014 Giulio Einaudi editore - Torino - p.155-156. Traduzione di Bruno Fonzi.

Historia Magistra  
 Bela Grunberger   Cesare Musatti   Jean - Paul Sartre 
     
 Carlo Emilio Gadda   Ernest Hemingway   Mario Muccini 
     
 Ludwig Wittgenstein   Robert Musil   Friedrich Engels 
Bela Grunberger, 1994 Bela Grunberger (1903-2005) - Psicoanalista.

Franco Fornari

Psicoanalisi della guerra

Feltrinelli Editore, Milano, 1970.

Cesare Musatti (1897- 1989) - Psicoanalista.

Cesare Musatti

Chi ha paura del lupo cattivo?

Editori Riuniti, Roma, 1987.

Jean-Paul Sartre, 1939-1940 Jean-Paul Sartre (1905-1980)
Jean-Paul Sartre (1905-1980) - Il 2 settembre 1939, nelle prime ore della Seconda Guerra mondiale, la mobilitazione generale richiama Sartre in Lorena, nella settantesima divisione d'artiglieria dell'undicesimo corpo d'armata. A trentaquattro anni il filosofo, autore di due opere che lo hanno introdotto con successo sulla scena letteraria, La Nausée (1938) e Le Mur (1939) lascia dietro di sé Parigi per raggiungere il giorno stesso la caserma di Essey-Lès-Nancy. Quel lungo viaggio in treno tra una folla di sconosciuti segna l'inizio della drôle de guerre di Sartre. Dieci mesi di servizio nell'esercito, da settembre 1939 a giugno 1940, durante i quali il suo unico recapito sarà: Soldato Sartre, Posto di rilevamento, Stato Maggiore dell'Artiglieria, Settore 108.
Jean-Paul Sartre, Taccuini della strana guerra.

Jean-Paul Sartre

Carnets de la drôle de guerre.

Éditions Gallimard, 1983.

Jean-Paul Sartre, La nausée

Jean-Paul Sartre

La nausée

Éditions Gallimard, 2013.

Carlo Emilio Gadda Carlo Emilio Gadda (1893 – 1973).

Carlo Emilio Gadda

La cognizione del dolore

Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino, 1963.

Nato a Milano dove ha compiuto gli studi laureandosi in ingegneria nel 1920. Durante la Prima Guerra Mondiale ha combattuto tra gli alpini; nel 1917 è stato fatto prigioniero e tradotto in Germania.
Ernest Hemingway, 1918 Ernest Hemingway (1899 – 1961). Scrittore.

Ernest Hemingway

Torrenti di primavera
Storia romantica in onore di una grande razza al tramonto

Giulio Einaudi editore, Torino, 1951.

Mario Muccini, fotografato nel 1953 Mario Muccini (5 marzo 1895 - 3 giugno 1961) , scrittore.

Mario Muccini

Ho fatto la guerra 1915-1918, quella di Trento e Trieste, durante la quale sono stato due volte ferito e decorato di medaglia d'argento e di bronzo.

Ludwig Wittgenstein, ritratto nella Prima Guerra Mondiale Ludwig Wittgenstein (1889-1951)

Wittgenstein è uno dei più grandi e famosi filosofi del Novecento. Il 7 agosto 1914 si arruola volontario nella Grande Guerra. Il 3 novembre 1918 viene fatto prigioniero a Trento insieme a tutto il suo reparto. Viene inviato al campo di raccolta di Como e nel 1919 trasferito a Montecassino. Il 25 agosto 1919 torna a Vienna, si disfa di tutti i suoi beni distribuendoli fra i fratelli.

Robert Musil, 1936 Robert Musil (1880-1941).

Robert Musil
DIARI 1899-1941
1980 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino

Friedrich Engels ENGELS A CAPORETTO

Federico Engels

PO E RENO

Milano - Società Editrice Avanti - 1925.

Friedrich Engels, soprannominato il "generale" era un esperto di cose militari. In "Po e Reno" (Po und Rhein, 1859) analizzava la situazione del fronte orientale individuando il punto debole della difesa italiana.


Commentari.       
Fra le conversioni più clamorose da una posizione di neutralità intrasingente e beffarda («che ci importa del "povero " Belgio?») a una di adesione totale alla guerra, vi fu quella di Benito Mussolini, conversione che nessuno è riuscito a spiegare, anche se molti han tentato di interpretarla, sottintendendo però che egli fosse in grado di leggere il futuro negli astri. Interpretando la linea neutralista del partito socialista - che egli teneva in pugno anche con la direzione dell' «Avanti!» - Mussolini aveva già un potere sicuro proiettato nel futuro, mentre abbandonando questa linea di condotta andava allo sbaraglio e sarebbe stato costretto a costruirsi avventurosamente e penosamente una ipotetica nuova fortuna politica. Quella del neutralismo feroce e sabotatore non era infatti una strada cieca, come dimostrò l'esperienza vissuta da Lenin, mentre l'adesione alla guerra aveva già introdotto i socialisti francesi e tedeschi e i laburisti inglesi in un'area piena di concorrenti. Poiché un'ipotesi vale l'altra, si può vedere nella conversione di Mussolini alla guerra «paurosa e fascinatrice» (1) una mancanza di fede in quel che fino allora aveva detto, una totale impreparazione culturale, un'intrinseca debolezza psicologica e un conseguente romantico legame con i miti risorgimentali appresi a scuola, dai quali, a furia di bestemmiarli era stato soggiogato. L'oro francese (per fondare «Il Popolo d'Italia») ci fu, ma venne dopo la sua intima conversione.

(1) Fu la definizione che ne diede Mussolini in «Il Popolo d'Italia», n.1.
Mario Silvestri, La decadenza dell'Europa occidentale.
II. L'esplosione 1914-1922

EINAUDI - 1978



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